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Giornalisti/bookblogger

Giornalisti/bookblogger: guerra all’ultimo inchiostro [parte 4]

…continuazione – Giornalisti/bookblogger: guerra all’ultimo inchiostro [parte 3]

E per quanto riguarda i giornalisti? Beh, le regole sono pressoché identiche, i suoi articoli devono comparire su una testata registrata in tribunale, deve fare questo mestiere da più di due anni, deve scrivere anch’egli a scadenze regolari e trattare l’argomento di cui volete discutere. Se è un giornalista sportivo difficilmente si interesserà della vostra nuova ricetta culinaria, non trovate? Anche lui deve essere un tipo attivo, che fa viaggiare i suoi pezzi nella rete perché, ormai, se non la si trova in internet allora vuol dire che non esiste e … una buona dialettica, una scrittura frizzante, accattivante, che vi spinge a leggere fino in fondo un articolo lungo tre pagine perché riesce a prendervi, beh non guasta. Se trovate un giornalista così, non fatevelo scappare, sono merce rara.
E gli scrittori? Eh eh eh… credevate di esservela cavata? E invece no! Ho qualche perla anche per voi perché del resto io … posso capirvi benissimo! Pubblicare un libro non è mica facile? Che sia con una casa editrice o in self, che sia a pagamento oppure no, non esiste una bacchetta magica che trasformi un’idea in romanzo, un romanzo in un libro stampato e, soprattutto, un libro stampato in un best seller.

Cari i miei autori, prima di tutto vi consiglio vivamente di non lanciarvi alla cieca, è ovvio che dopo aver scritto un libro la mamma, la nonna, la zia, la vicina di casa vi diranno che è un capolavoro, il miglior libro mai letto, roba che Anna Karenina fatte da parte ma … sono pareri affidabili? Ovviamente no. Un libro scritto male, con errori di sintassi o grammaticali, con una forma sbagliata, che non riesce a rapire il lettore secondo voi… è un danno per l’editoria, che vede pubblicare centinaia di libri al giorno, oppure è uno schiaffo in faccia a voi stessi? Non arrabbiatevi con la bookblogger che, al contrario del vostro papà, sarà sincera nella sua recensione: non è cattiva, non sta minando alle vendite del vostro capolavoro, non vi vuole male anzi, vi vuole bene, così tanto bene che ha il coraggio di mostrarvi gli errori che voi, ed altri lettori affezionati, non avete notato. Vi sta facendo un favore, grazie ai suoi consigli voi saprete cosa evitare, o cosa aggiungere, nella stesura di futuri volumi. Ricordate poi che, nel momento in cui vi rivolgete ad una bookblogger o ad un giornalista, e vi siete accertati della loro serietà, state parlando con dei professionisti del settore che si prestano a lavorare per voi, sono disposti a leggere il vostro libro, che non è una passeggiata perché vuol dire reggere il tomo con una mano e prendere appunti con l’altra, scrivere un pezzo su di voi, informarsi sulla vostra vita e strutturare anche una bella intervista … il minimo che possiate fare è fornirgli una copia, che non è un dono costosissimo che state facendo ad un estraneo, state semplicemente fornendo materiale per pubblicizzarvi anzi, io alla copia aggiungerei anche un grosso grazie. Scrivere una recensione decente presuppone almeno una settimana di lavoro, escluso il tempo di lettura, articoli, interviste prendono molte ore, montare tutto sul sito, creare un’immagine accattivante, diffonderlo sui social … non ne parliamo proprio e, dulcis in fundo, quante volte voi autori vi dimenticate di lasciare un like o di condividere?
Ricordate che aiutare chi vi pubblicizza non è un atto di altruismo ma di egoismo, se lui cresce crescete anche voi, se lui non viene letto automaticamente non verrete letti nemmeno voi, fatevi furbi.
Infine, un consiglio spassionato a tutte le categorie che lavorano con le lettere: leggete. Vi sembra scontato? Non lo è! Sapete quanti giornalisti conosco che non leggono il quotidiano? Quante bookblogger che non leggono le recensioni degli altri? Quanti scrittori che non leggono libri? Troppi! Troppe volte ho sentito dire “mi piacerebbe scrivere un libro” seguito da “io non leggo molto, mi annoia”. Se non leggi come pretendi di saper scrivere e, soprattutto, se non leggi perché qualcuno dovrebbe leggere te? Oggi tutto è puntato sull’ “io” ma per crescere abbiamo bisogno del “noi”. Soltanto dopo aver studiato, letto, approfondito, solo a quel punto potete prendere la penna e scrivere… scrivere l’opera omnia della vostra vita o un semplice articolo contro qualcuno ma, se quel qualcuno non lo conoscete allora evitate brutte figure e frenate l’inchiostro, perché criticare senza approfondire l’argomento è l’atteggiamento tipico degli stessi personaggi poco seri che pretendete di giudicare.

Da ultimo, giornalisti, bookblogger e autori sono figure che lavorano nel mondo della scrittura ma gli uni non potranno mai prendere il posto degli altri, come un cardiochirurgo non potrà mai sostituire un neurochirurgo, entrambi operano sul corpo umano ma si occupano di due organi tanto complessi quanto differenti, quindi smettiamola di farci la guerra e iniziamo a collaborare perché, proprio come nel caso di due medici, il fine è lo stesso: la salute, nel loro caso del paziente, nel nostro della conoscenza.
Cosa? Non ho capito bene, ripetetemi la domanda … da che parte mi schiero io? Allora non sono stata chiara, non esistono parti e poi, io non posso schierarmi: sono una giornalista, scrivo per un blog e… sono anche autrice. Appartengo a tutte le categorie, io sono la dimostrazione che la collaborazione porta solo vantaggi.
 

Raffaella Iannece Bonora

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Francesca Rizzi

Consulente Manageriale
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