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Così unisco materia, emozione e sociale. Giulia

Milano, Design Week 2018, cammino per via Tortona.

Le persone si accalcano, si fatica a camminare, i marciapiedi strabordano di persone che parlano, si fermano, osservano e s’incanalano nei diversi cortili allestiti per l’evento.

Seguo la fiumana, diretta verso la meta.

aNei giorni passati avevo letto che era stato organizzato uno spazio dedicato a stilisti italiani. Non posso non “testarlo con mano”. Giungo a destinazione, scendo le scale posizionate sul lato destra del giardino. Un seminterrato che vive, vive d’arte, di moda, di bello.

Qui, in questo contesto ho la fortuna e l’onore di conoscere Giulia e di scoprire il suo brand.

Giulia Venturi, romana, appassionata di arte, di musica, di natura e di moda.

Il percorso di Giulia ha avuto inizio dagli spartiti, dalla musica, in particolare dal violoncello che suona per diletto. Dal punto di vista della formazione la fashion designer ha studiato agraria, guidata dal sogno di vivere “in giro per il mondo” e di lavorare nelle ONG. Dopo la laurea Giulia si è trasferita a Roma, dove si innamora perdutamente di un jazzista romano (con cui ha costruito una bellissima famiglia) e in quel contesto scopre e sviluppa il desiderio di creare qualcosa di nuovo, che nasca esclusivamente dalla passione. Comincia così a frequentare scuole di taglio e cucito per poi capire che la pelletteria è per lei la vera sintesi di tutto il suo percorso perché le permette di unire materia, emozione e sociale.

Conosciamo insieme Giulia…

Come è nata la tua passione per la moda? “Il mio amore e la mia passione per la moda nascono dal fascino della materia, nella sua forma e fisicità, nell’incanto che provo guardando i laboratori e nella manualità  degli artigiani. Da non sottovalutare thumbnail_22554814_1881026185255920_919684924238199793_nl’attrazione che provo dalla possibilità e dalla libertà di poter esprime un’idea inconscia rendendola materica.”

Raccontaci l’inizio della tua carriera… “Ho iniziato con l’abbigliamento, ma mi sono subito innamorata delle concerie e per questo motivo ho cominciato a lavorare presso delle piccole aziende come consulente finché, raccogliendo ed organizzando le diverse esperienze raccolte, ho scelto di costruire la mia azienda. Da più avventure ho fatto sorgere la mia…”

Perché hai scelto di focalizzarti sugli accessori? “Trovo negli accessori la libertà in assoluto, per me l’accessorio è un gioco, non serve abbinarlo… è un vero e proprio universo distaccato dal resto della persona. Credo che ognuno, qualsiasi sia la sua personalità, grazie ad accessorio può “osare” senza però correre troppi rischi… ecco perché per me accessorio è il chiaro sinonimo di libertà.” 

IMG_5524-1Parlaci del naming del tuo brand…ha un significato preciso? Quale? “Ho iniziato con la linea Supermarketbag perché, grazie alle mie esperienze pregresse, ho capito che se inizi “con poco” è necessario e funzionale che questo sia “super identificativo”, come il monoprodotto. Una cosa, fatta bene, che esprima in modo semplice ed esaustivo chi davvero sei. Sulla base di questa mia filosofia ho scelto fortemente di partire dalla linea più semplice e commerciale per poi contaminare il know-how nella maniera più contrastante. Dopo Supermarketbag è arrivata Dailybag il cui concetto è diverso. Daily vuole essere un accessorio, una borsa che si distimgue per la combinazione di linee semplici e materiali complessi. Non ci sono Dailybag con un know how forte e con un prezzo accessibile.”

Affermi che ogni tuo prodotto deve avere un tocco “pop”. Cosa intendi per “pop”? Come riesci a rendere questo effetto? “Pop perché credo che il mio vero target sia rappresentato da persone che non si prendono sul serio, da donne che osano e si divertono a mixare in maniera diversa.”

Cosa vuoi comunicare tramite le tue creazioni? “Desidero esprime la possibilità di avere una borsa diversa e particolare  a prezzi modici. Una borsa che puoi comunque usare tutti i giorni, anche in ufficio.”

Parlaci della scelta dei materiali… “Per me i materiali sono tutto così come il modo in cui vengono mixati. Ogni modello è fatto dalla combinazione di materiali diversi, ogni borsa è unica per lo stesso modello!”

Quali sono le principali sfide e difficoltà che una fashion designer come te deve affrontare quotidianamente? “Crederci ed essere consapevole dell’importanza del tuo lavoro ricordando che conta solo raggiungere l’obiettivo, ma che è fondamentale il percorso che si sta vivendo per raggiungere l’obiettivo.”

IMG_5417A quale target di clientela ti rivolgi? “Alle donne che non amano prendersi sul serio.”

Progetti per il futuro? “Sicuramente impostare e riordinare un e-commerce oltre che creare truck show innovativi.” 

Attualmente dove possiamo trovarti e acquistare le tue creazioni? “Oggi potete contattarmi mandandomi messaggi in direct tramite i miei canali social. Inoltre partecipo a eventi per artigiani… poco tempo ho preso parte a trunk show divertentissimi come un evento con artigiani e macchine industriali dove il cliente poteva crearsi la borsa da solo in 20 minuti oppure un evento sulla chiromanzia o (ancora) un evento in un teatro con il freak circus. Tra poco il prossimo evento, ma lo sveleremo prossimamente e sarà a fine mese su Roma!”

 
 
 

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Francesca Rizzi

Consulente Manageriale
& Sustainability Manager

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