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Orientatrice, Paola

Conosciuta per caso…Apparentemente per caso perché tutto è dettato dal destino, da un fine, da un disegno. Lei, Paola Scarel una donna dalle mille scoperte, una persona camaleontica che ha fatto dell’amore per il cambiamento e della sua capacità di reinventarsi il suo modo di vivere. Una persona che ti “apre la mente” e ti insegna a riflettere, a fermarti, a capire chi sei davvero per definire i tuoi obiettivi.

Una vera orientatrice per passione e per professione.

Conosciamola…

Cosa fai nella vita? Lavoro per un’Azienda informatica della mia regione, il Friuli Venezia Giulia, da oltre 14 anni. Il nostro Core è l’automazione di processi, soprattutto nell’ambito della Pubblica Amministrazione e della Sanità pubblica. Nei primi anni mi sono occupata principalmente di analisi e modellazione di software gestionali, per poi passare ad attività di management. Infine, ho maturato un forte interesse per l’ambito della Formazione, fino a scegliere di entrare a far parte dell’Academy aziendale. Da oltre 5 anni, opero qui come analista di business, immaginando e progettando percorsi formativi in modalità mista (in aula e online), improntati in particolare alla conoscenza e applicazione delle Digital Skills e all’utilizzo consapevole dei Social Network in ambito PA. Tra i miei compiti, fin da subito ho assunto il ruolo di Referente per i Percorsi di Alternanza scuola lavoro, oggi PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) e devo ammettere che lavorare a stretto contatto con le Scuole e con i Giovani mi fin ha da subito molto appassionato.  Il desiderio di offrire opportunità di valore, ai ragazzi e alle ragazze che incontravo, mi hanno spinto a professionalizzarmi in Pedagogia e Didattica e successivamente in Orientamento professionale, con dei corsi e master universitari specifici. Avendo operato per molti anni in un ambito tecnico, infatti, sentivo l’esigenza di conoscere gli ultimi trends e gli approcci più moderni in uso per la trasmissione della conoscenza. È stato un percorso che mi ha ulteriormente motivato, e ancor oggi mi motiva, nel mio impegno verso i Giovani: oggi infatti, mi occupo anche di Orientamento in Libera professione, con lo strumento del Coaching.

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Perché hai scelto questa professione? L’Italia è agli ultimi posti in Europa, per la diffusione delle Digital Skills e questo influisce pesantemente nella nostra capacità produttiva. Le Scuole sono molto carenti in questo senso e, quel che è peggio, spesso sembrano non avere neppure la sensibilità di comprendere la ricaduta che un simile atteggiamento ha sulle menti dei nostri Ragazzi e sulle opportunità che molto probabilmente, in futuro, non saranno in grado di cogliere.  Ma il discorso è più ampio. Non si tratta tanto di fare scuola con il Computer o altri digital devices, bensì di sviluppare una mentalità e di conseguenza una didattica che siano innovative dal punto di vista degli Obiettivi! La tecnologia è uno strumento aumentativo, che consente di ampliare, modificandole, le abitudini legate ai processi di apprendimento: non si impara “grazie” al Computer e a Internet ma “con” il Computer e Internet, alleati preziosi e irrinunciabili in quello che deve diventare prima di tutto un percorso di scoperta personale di se stessi, delle proprie abilità, dei propri talenti e dei propri interessi. L’innovazione, nella Scuola, viene dalla personalizzazione e individualizzazione della proposta formativa e didattica, più che dalla tecnologia in sé stessa. Se davvero vogliamo una Scuola più equa per tutti, questa è la strada. Grazie al mio lavoro in Azienda, ho potuto osservare da vicino le criticità dell’attuale sistema scolastico e i conflitti che tipicamente emergono tra gli Attori in gioco: Allievi, Insegnanti e Genitori. Ecco perché, non potendo dare supporto a queste situazioni, nel mio ruolo di Tutor aziendale, ho scelto di farlo esternamente e in libera professione, consapevole che un ambiente sereno e soprattutto una identità stabile, sono alla base anche di una buona performance scolastica.

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Cosa ti ha portato a questa scelta? Negli ultimi diciotto anni, da che sono nati i miei due figli, ho vissuto intensamente i loro piccoli – ma grandi per loro – drammi esistenziali, i conflitti con i coetanei e, naturalmente, quelli con la scuola. In particolare, con il secondogenito, certificato DSA in quarta elementare, ho avuto la meravigliosa e insieme tragica opportunità di comprendere e sperimentare sulla mia pelle cosa significhi affrontare la vita quando hai un punto di vista “neurologicamente” diverso da quello degli altri. Gli altri, la maggioranza, per fare un esempio, non si pongono neppure il problema di cosa significhi imparare a leggere e a scrivere con i metodi tradizionali, creati per il loro modo di elaborare le informazioni e sono portati, piccoli e adulti, a piazzare etichette su chiunque sia diverso, anche in maniera spietata. Per far fronte a questa situazione e sostenere mio figlio, che ha un QI di oltre 111, nonostante le apparenti difficoltà, già da anni mi interessavo di psicobiologia, percezione, comunicazione, processi di apprendimento e tecniche di insegnamento. Mi è venuto pertanto molto naturale, riversare  quanto avevo appreso e sperimentato personalmente, nel lavoro con i Docenti e con gli Allievi in Alternanza. Ho scoperto così che molte tecniche che avevano avuto successo con mio figlio, si potevano felicemente applicare anche in altri contesti, aiutando gli Insegnanti a dialogare nel modo corretto con i ragazzi, anche i più problematici e in apparenza ribelli, una volta che avevano compreso la dinamica relazionale  e psicologica che stava alla base dei loro comportamenti e delle loro reazioni. Allo stesso modo, si è rivelato più volte risolutivo, spiegare ai ragazzi stessi i processi con i quali si sviluppa il cervello umano, dalla fanciullezza alla maturità, il significato delle emozioni e quali debbano essere le aspettative, degli adulti ma anche di loro stessi, di fronte a un compito che magari appare arduo o addirittura impossibile nel momento presente. Il peggior nemico di un adolescente, sono l’insicurezza e la scarsa autostima. Gli adulti dovrebbero esserne profondamente consapevoli e mostrare fiducia e incoraggiamento verso i propri figli e allievi, perché la loro capacità di migliorare dipende in larga parte dal riconoscimento esterno! Ho iniziato così a tenere privatamente dei piccoli corsi di Comunicazione efficace, aiutando i ragazzi e le ragazze ad affrontare la “paura da palcoscenico”, durante le interrogazioni ad esempio. Affrontare in maniera positiva e consapevole le proprie emozioni, è una grandissima competenza che sono in pochi, giovani o adulti, a possedere e che può migliorare radicalmente la vita personale e professionale di una persona.  Sempre più consapevole, del valore di questo tipo di insegnamenti, ho deciso di offrire i miei Servizi in maniera professionale, nel campo dell’Orientamento al benessere, e per la progettazione dei percorsi di vita e di carriera. L’ho fatto per un senso di dovere etico, e sociale, perché non è sempre necessario soffrire per ottenere dei risultati e perché molti, di quelli che soffrono, sono molto più vicini al successo di quanto riescano ad immaginare. Le mie esperienze lo dimostrano.

Cosa ti piace (e non ti piace) della tua professione? Dire quello che mi piace è semplice: Tutto! Le Persone, le Incognite, l’aggiornamento continuo. Quello che invece mi lascia spesso delusa, è accorgermi che il Tema dell’Orientamento è ancora troppo spesso sminuito, relegato magari ai test per la scelta della Scuola superiore o dell’Università, mentre si tratta di acquisire una Competenza permanente, che attraversa tutti gli ambiti di vita, oltre ad essere l’unica che può garantire la maturazione di personalità equilibrate. La mancanza di orientamento, conduce spesso alla manifestazione di sofferenze di tipo psico-fisico, che vengono erroneamente attribuite a patologie e si corre ai ripari magari con farmaci o con il sempre più frequente ricorso a percorsi di psicoterapia. Sono fortemente contraria alla medicalizzazione dell’adolescenza che, lo ripeto spesso, non è una malattia e non va “curata” bensì compresa. Tutti, siano Genitori, Insegnanti e i Ragazzi stessi, hanno il diritto di ricevere un’educazione specifica, tutt’altro che superflua, sui temi dell’Orientamento permanente: la conoscenza di sé e degli altri, le dinamiche della comunicazione umana, gli schemi percettivi e gli stili di apprendimento, la meta-cognizione (o imparare a imparare), le tecniche di studio e di memorizzazione, il problem solving e così via. Orientamento è tutto questo e anche altro, è imparare a scegliere consapevolmente il meglio per sè e per gli altri e a pianificare il modo per raggiungerlo.

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Perché lavorare con te? Chi sceglie Me, sceglie una professionista con vent’anni di esperienza, personale e professionale, nel campo del problem solving e dei problemi legati all’apprendimento e alla comunicazione umana. Sceglie anche la mia forte passione per i Temi del Lavoro e dell’evoluzione tecnologica del Lavoro, che richiede professionalità completamente nuove e competenze che la Scuola, oggi e purtroppo, ancora non offre. Da qui la necessità di affacciarsi al mondo esterno con sempre maggiore anticipo, evitando di scegliere un percorso a caso o per sentito dire, o ancora rimandando la scelta fino a quando ci si trova con l’acqua alla gola e sempre più confusi. Allo stesso tempo, saper leggere le Passioni dei giovani, non come meri capricci dell’età ma spesso come vere e proprie intuizioni sul mondo che verrà e su ciò che servirà essere e saper fare, senza peraltro immaginarsi tuttologi o credere di avere la verità in tasca (e vale per grandi e meno grandi), serve ad evitare conflitti inter-generazionali spesso accesi, restituendo a ciascuno il proprio ruolo (di educatore ed educato – di guida e guidato) e le responsabilità che ne conseguono.

In cosa sai effettivamente “fare la differenza”? Come in tutti gli aspetti, nella mia vita e nel mio lavoro, il mio approccio è sempre molto pragmatico, orientato alle Soluzioni più che ai problemi, e all’individuazione di Strategie per lo più brevi.  Poca teoria e molta pratica, insomma. Per essere efficace, una Soluzione deve essere realmente costruita attorno alla Persona e in collaborazione con la Persona stessa, fino a renderla autonoma. Ne approfitto per sfatare uno stereotipo. Sento spesso persone convinte che un percorso, per essere efficace, deve essere lungo e magari anche costoso. Non è necessariamente così. Quello che differenzia un Percorso da un altro, è solo l’efficacia, che si misura dai risultati. Il mio obiettivo è rendere le Persone consapevoli della situazione che stanno attraversando, fornire loro gli strumenti necessari a prendere decisioni autonome, affrontando con coraggio la variabilità che la vita ci pone davanti. Non esiste una ricetta unica, né una tecnica o un corso perfetto per tutti. La mia Forza sta propria nella molteplicità delle mie esperienze e competenze, maturate in anni di vita e lavoro sul campo, in settori diversi ma con una finalità comune: comprendere i bisogni del Cliente e aiutarlo a realizzare le Sue aspettative.

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Se avessi la macchina del tempo cosa cambieresti? Sostanzialmente, non cambierei nulla. Ciascuno può parlare solo di ciò che conosce, tutto il resto sono solo rifugi della mente, illusioni in cui non ha senso indulgere, per non perdere tempo prezioso ad agire in senso positivo per noi. Il passato per me è solo un racconto e il  futuro, il risultato delle mie azioni presenti.

Come ti definisci? Dal punto di vista professionale, sono e resto un Analista. Mi piace avere una visione d’insieme delle cose e mi diverto a combinare tra loro tutti gli scenari possibili che riesco ad immaginare. Questo mi permette di scegliere solo quelli veramente realizzabili, mantenendo però un margine di controllo sulle possibili alternative. Dare concretezza ad un’idea, è sempre meno romantico di quanto sembra, gli ostacoli saltano fuori letteralmente dove meno te li aspetti ed è allora, che più varianti hai considerato, più soluzioni possibili ti verranno in mente. Questo aiuta a mantenere alta la motivazione e anche, perché no, il divertimento. Sono questi, gli ingredienti che fanno la differenza tra riesce e chi abbandona. Dal punto di vista personale, sono una persona estremamente generosa, molto attenta e sensibile ai bisogni degli altri. Generalmente, se qualcuno mi chiede aiuto, lo riceve. Sono curiosa, creativa e ho molti hobby e interessi. Amo la vita all’aria aperta, circondarmi di animali e tutto ciò che riguarda il genere Fantasy. Per me, razionale e irrazionale sono solo due facce di una stessa medaglia, ed è l’intero, quello che mi interessa.

10 anni fa come avresti immaginato la tua vita? Non la immaginavo, ero troppo occupata a viverla!

Paola – LinkedInWebSite

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Francesca Rizzi

Consulente Manageriale
& Sustainability Manager

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