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Speciale TEDxRIESI

Pasqua e turismo a Riesi: realtà o utopia?

[il contributo di Valeria Rossana Volpe per TEDxRIESI] 

Non si può aver visitato la Sicilia senza aver partecipato, almeno una volta, ai suggestivi riti della Settimana Santa che vengono celebrati in varie zone dell’Isola.

Le vacanze di Pasqua, dopo l’inverno, sono la prima occasione utile per vedere cosa, realmente, rappresenti la Pasqua in Sicilia.

Così a Riesi, come nella migliore tradizione di un paese di origine spagnola, la Settimana Santa si trasforma in un immenso “teatro”.

La Festa inizia la domenica delle Palme dove, in Piazza Crocifisso, una folla di fedeli si dirige verso la Chiesa Madre per la benedizione delle Palme; terminata la quale ha inizio la processione dei SS. Pietro e Paolo.

La sera del Giovedì Santo, dalla Chiesa del S.S. Crocifisso esce la processione dell’ “Ecce Homo” e di San Giovanni, nel corso della quale viene rappresentata teatralmente “La Condanna” di Cristo.

Ma il giorno più emozionante per i riesini è il Venerdì Santo: alle prime luci dell’alba l’Addolorata, insieme a San Giovanni, vaga per ogni strada, viuzza, o cortile del paese in cerca del Figlio amato.

Il Venerdì, con l’uscita dell’Addolorata alle 5:00 del mattino, si dà il via ad una travolgente processione che durerà per più di venti ore, rappresentando gli atti finali della passione di Cristo. Tra fede, superstizione e folklore, la Pasqua a Riesi regala momenti di forte commozione, suggestivi e pittoreschi, in una tradizione ormai secolare.

Il Venerdì Santo coinvolge l’intera popolazione, catapultando la cittadina in un’atmosfera mistica ed intensa caratterizzata dai versi e lamenti dei laudanti che in antico dialetto, dietro le vare dei Santi, cantano varie strofe de “La Santa Cruci“, con i versi “Maria va chiancinnu a lu so figliu“.

Alle tre del pomeriggio fedeli e non si riuniscono per assistere alla suggestiva “giunta dei quattro canti” nella strada principale, con tutti i personaggi della passione: Cristo con la Croce sulla spalla, l’Addolorata, la Veronica e San Giovanni.

Da qui i riesini si radunano sull’antico colle della Croce dove Gesù viene crocifisso.                 La «scinnenza» avviene tra spari di mortaretti e momenti che rievocano l’ultimo respiro del Redentore sul Golgota. Rientro in chiesa e fine della processione, quasi obbligatori, dopo la mezzanotte. A mezzogiorno della domenica di Pasqua altra “giunta” tra Gesù risorto e la “Beddra Matri”, la “Madonna allegra” come l’ha battezzata il popolo, che butta il nero mantello che la ricopre, e splendente in un abito di broccato d’oro, insieme a San Pietro e San Paolo, incontra il Figlio risorto davanti la porta centrale della basilica. I quattro Santi sfilano sulla stessa riga: S. Pietro, Santu Sarbaturi, la Madonna di la Giunta e S.Paolo.

Una grande esplosione di gioia popolare caratterizza ovunque la domenica di Pasqua, quando l’austerità lascia spazio ai festeggiamenti per la Resurrezione: tra applausi, lanci di fiori e strumenti tradizionali, la statua del Cristo risorto incontra quella di Maria in un inchino di saluto.

L’alternanza di luci e ombre nelle processioni fra le vie del paese, le trame raffinate degli abiti e dei decori delle statue, le musiche e i canti liturgici tradizionali che accompagnano i riti sacri, spesso con l’accompagnamento del suono di strumenti unici, creano un insieme in grado di affascinare credenti e visitatori. Ecco perché la valorizzazione dei riti pasquali permetterebbe agli abitanti del luogo di essere più consapevoli del patrimonio posseduto, di rafforzare l’identità culturale e di progettare un diverso modo di “ fare impresa” per un futuro sviluppo economico in un paese ad alta intensità migratoria.

Pensare ad un incremento turistico a Riesi potrebbe sembrare una utopia, ma queste espressioni di “fede” potrebbero essere un formidabile catalizzatore, un’alta forma di turismo esperienziale.

La fede non sarebbe l’unico traino di questa particolare forma di turismo, in quanto anche la passione e l’interesse per le tradizioni storico-popolari avrebbero un ruolo importante.

In Sicilia sono attive circa 400 start up innovative: perchè non crearne una a Riesi per valorizzare quello che già esiste da secoli? Secondo l’Osservatorio Turistico Regione Sicilia, nel 2019 i numeri del turismo pasquale siciliano lasciano, infatti, intravedere un segno di ripresa di un settore che, nelle stagioni passate, ha sofferto di una fase negativa.

Sarebbe non un’utopia ma una realtà in cui i giovani possono fare impresa, creare posti di lavoro e, con le loro idee, rivoluzionare il mercato. In tutti i settori, dal turismo all’e-commerce.

Un’ulteriore possibilità sarebbe la costituzione di una agenzia per il turismo pasquale che si occupi della pubblicità della settimana santa, della comunicazione per l’attrazione dei visitatori, dell’organizzazione di eventi a corredo (es. sagre e degustazioni), della logistica per accogliere i turisti, della creazione di pacchetti turistici, delle convenzioni con le strutture ricettive ( che inevitabilmente aumenterebbero), dell’organizzazione di mostre fotografiche per portare I riti della settimana santa oltre I confini siciliani e italiani, della convenzione con bus e compagnie aeree.

Nella valorizzazione di un territorio, un ruolo fondamentale è occupato, ovviamente, dalle Istituzioni, per creare, ad esempio, una serie di accordi e gemellaggi con altre città, come Siviglia, una delle mete più importanti e famose nell’ambito del turismo pasquale.

Il passaggio tra utopia e realtà potrebbe, quindi, essere più breve di quanto si potrebbe immaginare.

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Francesca Rizzi

Consulente Manageriale
& Sustainability Manager

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