L’Europa e gli Stati Uniti hanno spinto la crescita dei ricavi del Gruppo #armani , che ha chiuso il 2022 con un consolidato pari a 2,35 miliardi di euro, in aumento del 16,5% rispetto al 2021 e superiore al turnover pre pandemico del 2019 (allora i ricavi netti si erano attestati a quota 2,158 miliardi di euro). Ancora più significativo l’incremento registrato in avvio del 2023. Il primo trimestre ha visto ricavi netti in aumento del 18%, “confermando sostanzialmente la crescita in equilibrio tra i vari canali e l’incremento della redditività gestionale”, seppur con qualche variazione in termini geografici con l’Europa in tenuta e gli Stati Uniti dove è “prevedibile un rallentamento” delle vendite, spiega il comunicato.
Entrando nel dettaglio dei dati 2022, in Europa e in America, nel 2022 il Gruppo Armani ha raggiunto ricavi in aumento rispettivamente pari al +24% e +19,5% rispetto al 2021. Nel complesso l’Asia ha invece fatto registrare una flessione del 6,3% a causa delle limitazioni in Cina per i lockdown.
La redditività gestionale (ex International Financial Reporting Standard, IFRS 16) raggiunge 289 milioni di euro a livello ebitda, in crescita del 25% rispetto al 2021. L’ebit è di 202,5 milioni di euro, in crescita del 30% rispetto al 2021. L’utile netto ante imposte si è attestato a 218 milioni di euro, in aumento del 16,4% rispetto al 2021 e del 24,5% rispetto ai livelli pre-pandemici registrati nel 2019.
“Nonostante un contesto internazionale ancora caratterizzato da molteplici fattori di crisi – si legge nella nota – nel 2022 tutti i canali di vendita sono risultati in crescita rispetto al 2021, con una ripartizione molto equilibrata che vede retail diretto in aumento del 17%, wholesale del 16%, e-commerce del 9%, con andamenti spesso superiori rispetto ai mercati di riferimento, soprattutto per la categoria abbigliamento”. Il gruppo sottolinea, inoltre, l’aumento delle vendite a prezzo pieno che si riflette nell’incremento della marginalità gestionale.