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Sfilate “veloci”

Marc Jacobs non smette di sovvertire, con ironia, i paradigmi del fashion. Ieri sera il designer americano ha allestito presso la New York Public Library una sfilata che potrebbe entrare di diritto nella storia della moda grazie alla rottura di un parametro fondamentale nell’allestimento di uno show: il tempo. In passato #MarcJacobs ha avuto un rapporto conflittuale con il tempo, nel 2017 accumulò due ore di ritardo prima dell’inizio del suo défilé e nel 2018 le modelle solcarono la passerella dopo 90 minuti di attesa (in quel caso seguì una nota di scuse agli addetti ai lavori).

Ieri la sfilata dedicata alla collezione femminile autunno/inverno 2023-24 è durata appena tre minuti. I 29 look sono stati svelati a passo spedito dalle modelle in modalità ‘final laps’, ovvero il recap finale di una passerella canonica, ripetuto due volte. Nella sua carriera il designer ha più volte stupito gli ospiti per le scenografie faraoniche o l’incursione in forme d’arte come il balletto, pochi anni fa ha collaborato con la coreografa Karole Armitage e durante gli anni da Louis Vuitton, di cui è stato direttore creativo dal 1997 al 2014, ha stretto legami con Takashi Murakami e Richard Prince. Le sfilate del suo brand, di proprietà di  Lvmh, sono ormai slegate dalle tempistiche ordinarie, ha lasciato la New York fashion week e preferisce presentare le nuove collezioni, anticipando di poco la distribuzione negli store, quando vuole.

Più che gli abiti dal chiaro riferimento agli anni ’80 e il make up delle modelle ispirato a quello di Daryl Hannah nel cult movie ‘Blade Runner’, ciò che resterà della passerella di ieri è la conferma di quanto Marc Jacobs riesca ad aderire allo ‘spirito del tempo’, sincronizzandosi con il presente come pochi altri stilisti. L’intera sfilata potrebbe essere inserita in un reel di Instagram o su TikTok senza tagli. A chiudere il cerchio la press release, ovvero il comunicato stampa consegnato ai giornalisti presenti, scritto usando (o imitando) Chat Gpt. Una riflessione, ancora una volta, sulla contemporaneità, sul tempo presente in cui tutto passa veloce come una Instagram story e le parole vengono rielaborate con un semplice copia-incolla.

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Francesca Rizzi

Consulente Manageriale
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