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Dobbiamo essere noi stessi, Pamela

Cuore dell’Italia. Roma. La nostra capitale, la città fucina dei più grandi talenti di tutti i tempi. Roma, una città che regala sorprese e scoperte.

Eccone una. Pamela.

Pamela Viozzi, romani, 31 anni affascinata e appassionata del “mondo dell’arte” sin da quando era bambina. Lei stessa rivela questo suo amore dichiarando “mi ha sempre affascinato l’arte, il disegno e gli artisti, il loro modo di vivere apparentemente “sopra le nuvole” e quel caos che gli traspare dagli occhi”.

Pamela, dopo aver frequentato la scuola per grafici pubblicitari alle superiori, ha deciso di “tentare” (lei stessa specifica questo termine) l’università, per poi rendersi conto che quello mondo fatto più di teoria che di pratica non rispettava i suoi desideri, bisogni ed aspettative. Lasciata l’Università Pamela ha scelto poi di frequentare una scuola di moda, l’istituto di moda Burgo con sede di Roma a Cinecittà, dove ha conseguito il diploma. Parallelamente la giovane ha anche iniziato “quasi per gioco” un corso di modellista sempre presso lo stesso istituto…

Conosciamo insieme Pamela…

Come è nata la tua passione per la moda? Raccontaci l’inizio della tua carriera… “La mia passione per la moda è nata quando avevo circa quindici anni… in quel periodo volevo sempre – in qualche modo – distinguermi dalla massa. Sulla base di questo mio obiettivo modificavo qualsiasi capo che compravo o che mi regalavano, dalle maglie alle scarpe, dalle borse ai jeans… Mia mamma, che ha sempre cucito tappezzeria ed ha spiccate doti creative, mi aiutava in questa mia attività. Poi è arrivato il giorno in cui creai una canotta con la federa di un cuscino; quel giorno ho iniziato a cucire con criterio.”

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Cosa vuoi comunicare tramite le tue creazioni? A chi ti rivolgi? “Le mie creazioni si rivolgono e “cercano” persone originali, pure, intraprendenti, curiose che osano e che guardano in fondo ad ogni cosa, ma che soprattutto non si fermano all’apparenza. Mi rivolgo a persone “concentrate su loro stesse” e non tanto su quello che gli altri pensano o fanno. È proprio per questo che il mio messaggio è quello di “agire senza la paura di essere giudicati andando avanti per la propria strada, senza conformarsi, senza perdere la propria essenza, sorridendo e amando, evitando conflitti, ma credendo nell’amore e nella coerenza”. Inoltre credo che sia fondamentale avere il desiderio e il coraggio di mettersi in discussione, sempre. Personalmente non sopporto i “giudizi fine a sé stessi” ed è anche per questo motivo che creo abbinamenti insoliti, che sono inevitabilmente soggetti a critica, magari anche da altri creativi.”

Parlaci della selezione e dell’uso dei materiali… “Spesso giro per negozi di stoffe, prendo ciò che più mi attira, prediligendo quasi sempre materiali adatti per creare abiti casual/sportivi, felpa di cotone, magline e poi accosto questi a tulle ricamati (spesso da tappezzeria), pizzi, frange, passamanerie, perle, paillettes. Questi sono tutti elementi che richiamano lo stile gipsy, nel quale mi riconosco moltissimo, ma che cerco di minimizzare per non scendere nello scontato.  Lo definirei un minimal-gipsy-chic. Adoro i contrasti di colore, anzi non so proprio farne a meno, penso siano uno dei miei segni distintivi.”

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Quali sono le principali sfide e difficoltà che una fashion designer come te deve affrontare quotidianamente? “Devo ammettere che non è un percorso semplice. Per coprire le spese del mio progetto (e non solo), la mattina faccio la panettiera, vendo pane in un piccolo negozio della mia zona…devo ammetterlo, questa attività è molto divertente anche se richiede tante energie e questo si riflette sulla mia attività di designer. Ho sempre poco tempo, sembra, e quando ne ho un po’ di più, vorrei produrre il doppio! Praticamente non stacco mai! Produco nel mio piccolissimo laboratorio casalingo, un po’ scomodo, ma non manca nulla. Tutte le mie creazioni sono fatte a mano ed ideate da me, prendendo ispirazione da tutto ciò che sento e vedo. Inoltre, essendo una surfista, il mare e’ una delle mie piu’ grandi fonti d’ispirazione.”

Progetto senza titolo

Ogni tuo pezzo è pensato, voluto e realizzato con minuzia e dedizione. a quale linea/prodotto sei più legata? “Sicuramente le mie felpe ed i miei cappellini sono le creazioni a cui sono più affezionata.”

A quale target di clientela ti rivolgi? “Per il momento mi rivolgo ad un pubblico femminile, diciamo mie coetanee, donne giovani, ma credo che mi confronterò anche col reparto uomo.”

MY ESCAPE

Progetti per il futuro? “Spero di riuscire presto a creare il mio negozio itinerante, in modo da poter girare le città  e far conoscere i miei prodotti, oltre che confrontarmi con molte realtà.”

Attualmente dove possiamo trovarti e acquistare le tue creazioni? “Per il momento potete trovarmi su Facebook e Instagram (@pam_stylist_), contattarmi telefonicamente o dove ci sono onde!! ”

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Francesca Rizzi

Consulente Manageriale
& Sustainability Manager

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