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Gaia Segattini Knotwear

Numerose sono le eccellenze che abbiamo in Italia e una di queste è sicuramente Gaia Segattini Knotwear.

Questo brand, nato come start-up innovativa a metà 2019, è il connubio di qualità, tradizione, ricerca e sostenibilità. Il marchio è il risultato di un incontro, quello tra Gaia Segattini, designer e divulgatrice (nei temi di made in Italy, sostenibilità e artigianato digitale) e Giancarlo Torreggiani, titolare di un maglificio marchigiano specializzato nel settore sport/fashion per marchi del lusso principalmente nord-europei, maglificio che ha la delega per produzione e logistica.

Gaia Segattini “Knotwear” si sviluppa, quindi, come una sorta di gioco di parole e di anime con cui si ambisce di sottolineare la caratteristica non convenzionale dei prodotti, non solo dal punto di vista ideologico ed estetico, ma anche come metodologia progettuale, produttiva e commerciale.

L’impegno di Gaia Segattini Knotwear nel mondo della sostenibilità è chiaro al punto che, dopo aver pubblicato il proprio codice etico nel 2021, nell’aprile 2022 si è costituita come Società Benefit ai fini di evidenziare maggiormente l’impatto positivo che punta ad avere.

A seguire un’intervista al brand…

Quali sono i fattori, le motivazioni personali che hanno portato alla fondazione del brand? Gaia Segattini Knotwear è stato fondato con una precisa volontà di cambiare il settore dall’interno,  costruendo un modello imprenditoriale diverso in tanti piccoli dettagli ma lungo tutta la filiera, che impattasse meno possibile, rispettasse maestranze e territorio, offrisse qualità, sorriso e valore aggiunto alla community di clienti finali. Il marchio parte dopo un’ analisi del mercato maglieria, che attualmente non comprende capi di qualità che abbiano anche un prezzo accessibile e non siano eccessivamente classici. Per evitare depauperamento qualitativo e prezzi gonfiati dalla struttura tradizionale dei ricarichi, la soluzione è stata quella di arrivare direttamente al cliente finale tramite vendite online mensili e eventi pop-up in presenza. L’altra caratteristica del brand è quella di utilizzare filati di qualità ma di giacenza produttiva, scarti pre-consumer e/o rigenerati. Contro il modello imperante di immissione sul mercato di modelli sempre diversi, che fanno sentire il pubblico in costante inadeguatezza, non creiamo collezioni ma monoprodotti continuativi e spesso unisex che vengono presentati durante tutto l’anno. La comunicazione è sorridente ed inclusiva e c’è un continuo contatto personale con i clienti finali, che sono estremamente coinvolti e diventano il nostro primo canale pubblicitario.

Cosa significa “sostenibilità”? Sostenibilità è una parola estremamente abusata e definisce in ogni caso un percorso e non uno stato compiuto, percorso fatto di scelte spesso non prive di risvolti complessi. Utilizziamo più la parola responsabilità perchè è più in linea con la nostra idea di impegno imprenditoriale a tutto tondo, che comporta la limitazione degli sprechi, l’empatia con i clienti, gestione finanziaria etica, dialogo quotidiano con il team, filiera entro i 50 km,  costruzione prezzo rispettosa, tempistiche realistiche e gentilezza.

Come avviene il processo di selezione dei materiali? Quali sono i driver principali che vengono presi in considerazione? La selezione dei materiale avviene in base alla qualità, alla disponibilità colori e alla finezza normalmente utilizzata dal brand. I filati vengono recuperati dal magazzino aziendale oppure da una realtà esterna del territorio marchigiano specializzata nel recupero tessile. Altre giacenze arrivano da realtà simili del territorio o canali diretti con maglifici e o filature che decidono di stoccare materie prime.

In che modo il brand abbraccia appieno la sostenibilità? Nessun brand che immetta prodotti di abbigliamento sul mercato si può dire pienamente sostenibile, abbiamo prodotti e materie prime già esistenti sufficienti per i prossimi anni. Quello che noi cerchiamo di fare è limitare gli sprechi, utilizzare materie prime già esistenti ed inutilizzate, realizzare capi onesti e durevoli di effettivo utilizzo, supportare i nostri sub fornitori, ascoltare i clienti, avere un design inclusivo che incornici le persone. Oltre ovviamente al nostro impegno strutturale che abbiamo esplicitato nel nostro statuto quando ci siamo costituiti Società Benefit.

Come si coniuga il trinomio sostenibilità, creatività ed innovazione? attraverso un contatto diretto e continuo con chi produce ed il pubblico finale, confronto, rete di contatti creata con gli anni e capacità di  vedere potenziali in persone e progetti, il cercare sempre di migliorare quello che già c’è.

Progetti per il futuro? Sicuramente aumentare eventi in presenza e l’apertura di piccoli corner diretti, speriamo entro l’anno 2023 di poter avere più spazio ed aprire un punto vendita diretto aziendale.

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Francesca Rizzi

Consulente Manageriale
& Sustainability Manager

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