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Francesca Bonotto

Ho conosciuto Francesca nel collettivo di Tramaplaza e devo ammettere che è stata una vera e propria scoperta.

Una giovane donna fatta di grinta e di passione che ha scelto la professione sulla base delle sue ambizioni.

Oggi lei si racconta noi…

Chi è Francesca? Sono una donna solare e che persegue la sostenibilità e l’etica nella vita e nel lavoro. Questo non è solo il mio motto ma è anche il mantra che mi guida in tutto ciò che faccio. Sono una persona che ama il bello e lo ricerca. Sempre pronta a mettermi alla prova e ad imparare: la curiosità e la voglia di fare mi caratterizzano!

Cosa fai nella vita? Nasco come Art Director con un percorso di studi teso alla grafica e alla comunicazione. Da qui ho sempre seguito le mie passioni: la moda e la comunicazione! Ho cercato di unirle nel mondo del lavoro operando nel settore moda con ruoli e contenuti legati alla comunicazione. Da qualche anno sono giornalista e mi occupo di scrivere per la moda. Svolgo attività di consulenza come libera professionista e insegno: sono docente per alcuni corsi universitari legati alla comunicazione di moda. Parallelamente ho creato un progetto che mi rappresenta, ModaPuntoCom. Una rubrica sulla moda e sulla comunicazione di moda etica e sostenibile. È iniziata per gioco, prima in radio e poi in web-radio. Tra podcast e post nella rete, ModaPuntoCom è diventata lo spazio in cui esprimere la passione per la moda. Oggi è un blog personale e professionale in cui mi racconto e a cui faranno seguito, per l’anno a venire, moltissimi bei progetti, con l’aiuto di preziosi collaboratori. Insieme al team di ModaPuntoCom svolgiamo consulenza e affiancamento per realtà che vogliono comunicarsi nel settore moda. Siamo tutti liberi professionisti, ognuno con le proprie specificità e insieme cerchiamo di completare un servizio a 360°. Siamo in crescita e cerchiamo sempre nuove figure da inserire nel nostro gruppo.

Cosa significa per te la parola moda? Sono convita e spiego ai miei studenti che la moda è una delle parole più difficili da raccontare, definire e spiegare. La moda è il tutto e il niente che ci rappresenta. La moda per me è un mondo poliedrico e creativo che amo studiare, ricercare e cercare di comprendere. Quando non viene svilita a semplice strumento del marketing con tutte le complicazioni che oggi (per fortuna) conosciamo, rappresenta il sistema di comunicazione per eccellenza. Il processo più complesso e affascinante. Mi piace paragonarla all’arte. Un’arte che possiamo vedere e toccare ogni giorno. Una bellezza accessibile che ci circonda e che è frutto dell’abilità di stilisti, maestri e artigiani. I Fashion Studies raccontano quanto sia complesso e da quante discipline occorre guardare la moda per poterne comprendere i significati. Maria Luisa Frisa, in “Le forme della moda”, definisce la moda come una galassia complessa. Nonostante l’impegno nel decifrare questa disciplina, forse non avremo mai la sensibilità e l’apertura giusta per accogliere la moda (e per curarci di questa) per quello che rappresenta. Tanto mutevole è la moda quanto mutevoli siamo noi che la scegliamo e la creiamo. Penso che per quante parole io spenda in questa risposta non saranno mai esaustive nel raccontare cos’è per me la moda. Nel mio sito e nel mio blog, definisco le mie passioni come “un battito d’ali di farfalla”. Non si sente ma c’è. È essenziale per la vita della farfalla. Proprio come moda e comunicazione lo sono per me.

Da quando e da cosa è nata la tua passione per la moda e per la creatività? Questa domanda mi fa sorridere! Potrei risponderti che moda e creatività sono un tutt’uno per me e amo ciò che faccio da sempre. Percepisco questo sentimento da quando sono bambina. Sapere che Yves Saint Laurent consigliava gli outfit alla zia a soli 3 anni non mi stupisce. Dior disegnava osservando la natura e la madre, sua musa ispiratrice. La Westwood creava e strappava per esprimere ciò in cui credeva. Non mi paragono di certo a questi grandi stilisti della moda ma quando leggo e sento di queste attitudini che sbocciano innate mi riconosco. Conoscevo gli accessori da piccina e osservato tutte le signore ben vestite. Mi piaceva guardarle e capire cosa si celasse dietro la scelta di un rossetto rosso piuttosto di un cappotto beige. Erano immagini che mi restavano dentro. I profumi, i colori, le acconciature, i tessuti, cose sconosciute che si materializzavano nei miei occhi e che ci restavano. Sono sempre stata affascinata dalla moda: la possibilità di creare, in particolare, ha rapito la mia creatività e la mia curiosità fin da subito. Con la moda possiamo ideare un outfit ogni giorno, cucirci gli abiti piuttosto che scegliere abbinamenti inediti. Possiamo costruire la nostra immagine. Contrariamente, proprio come un vero sentimento d’amore, non sono mai stata ammaliata dalla superficialità con cui moda e creatività si materializzano nel sistema. La parte svilente o “il lato oscuro”, come tanti lo chiamano, ha visto, soprattutto negli ultimi decenni, la moda dare il peggio di sé. Questo aspetto mi ha sempre disturbato perché ai miei occhi c’è molto più dell’istinto all’acquisto, del prezzo e del prodotto, del fatturato. Questo è anche ciò che mi ha permesso di affacciarmi a questo mondo con sguardo critico e curioso, volendo entrare nella moda e nella comunicazione, studiando e cercando di comprendere le dinamiche. Fino a schierarmi professionalmente e personalmente per una moda autentica, rispettosa e responsabile. La comunicazione mi ha permesso di cogliere un punto di vista diverso e di introdurre un discorso più ampio e approfondito sull’argomento. Mi ha permesso di continuare ad amare la moda anche oltre le pratiche odierne.

Secondo te quali sono le nuove prospettive del futuro della moda? Vorrei non rispondere a questa domanda e lo dico con tono sarcastico.La moda ha davanti a sé un futuro splendido. Ha e sempre avrà da raccontare e da raccontarci. Il problema della moda siamo noi. Non accettiamo di dover rallentare, di tornare indietro e prendere esempio dai grandi stilisti del passato. Non accettiamo che per la superficialità del “sistema moda”, una potente macchina ammaliante da noi creata a livello commerciale, stiamo mettendo a rischio noi e l’intero pianeta. Non accettiamo di ammettere che la moda è diventata quello che siamo diventati e solo prendendo coscienza come esseri umani possiamo sperare di dare nuova vita a questo settore.

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Francesca Rizzi

Consulente Manageriale
& Sustainability Manager

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