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Ho scelto me stesso, Simone

Una storia interessante, di cambiamenti, di passioni. Questo è il percorso che Simone ha vissuto e sta vivendo. Dalla tecnologia alla moda. Da un lavoro prettamente intellettuale a uno totalmente artistico. Due ambiti apparentemente distanti, privi di legami, ma che in realtà di caratterizzano per un velo di unione: l’ispirazione, l’arte e la creatività. Lavorare nella tecnologia, nelle startup, richiede intuizione, apertura mentale e volontà di farsi contaminare e di contaminare. Fattori fondamentali per chi crea e sviluppa.

Scopriamo con Simone il suo percorso e la sua storia…

Dalla tecnologia alla moda. Come è nata la tua passione per la moda? “Ho trascorso la mia infanzia a Torino, prima capitale d’Italia, una città la cui cultura, nobiltà ed eleganza mi ha influenzato ed ispirato in modo permanente, delineando in me il desiderio di creare un lusso senza tempo. Oggi vivo ancora a Torino e amo questa città. Per anni ho lavorato per anni nel settore delle alte tecnologie, a volte anche con sinergie con la moda e nel settore delle tecnologie ho curato noti brand internazionali del lusso e curato dei progetti nel fast-fashion. Lo ammetto, sono sempre stato un sognatore e ho progettato e creato un po’ di tutto, oltre ad amare in modo spassionato la musica, mi diletto anche in quello. Ho disegnato abiti da ballo, quando io stesso ballavo, ma in realtà la mia vera passione è sempre stato il gioiello. Disegnavo e progettavo gioielli già da piccolo, una passione che aveva condiviso con me mio padre. Parlando del passaggio dalla tecnologia all’arte orafa possiamo dire che questo è stato guidato dalla consapevolezza che la tecnologia orafa è molto particolare, precisa e severa e, io, così ho cercato di creare un connubio. Quando creo non seguo mai una moda, sviluppo ciò che sono, credo che per affrontare un ambito artistico essere trasparenti sia un core value. Proprio per questo non progetto qualcosa solo per una passione momentanea, il mio è più un modo di esprimersi e di rappresentarsi mentre il resto è uno strumento.”

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Raccontateci inizio della tua avventura… “Sono una di quelle persone che già da piccolo definirebbero vulcanicamente ecclettico. Sono sempre apparso chiuso e timido, ma in qualsiasi cosa che avesse un ambito artistico ritrovavo il mio essere. Pittura, musica, danza, progettazioni…erano i miei campi. Proprio per questo ho lavorato su me stesso per creare un ambiente che fosse consono al mio sentire. Quando nacque il web, ero un teenager, me ne innamorai, più come forma di espressione, che di indicizzazione di siti. Ho scelto di affrontare sempre vita e lavoro con sincerità, onestà e creatività. Sono stato studente di Janusz Kaniewsky, le mie opere sono state presenti a fiere internazionali come Artissima, La Biennale di Venezia, Sight and Sound Festival e come artista selezionato per il 150° Anniversario d’Italia.  Ho lavorato per più di 10 anni in quel settore ad alti livelli e creato varie “startup” alcune che hanno preso il volo altre no cercando sempre di conciliare questo lato artistico con una cosa più progettuale e pragmatica. Il filo conduttore era la tecnologia. Poi, dopo la mia ultima avventura in una multinazionale, ho deciso di prendere uno stop e guardarmi dentro. Sono di mia natura un trend-setter e sentivo che il mondo in cui ero imbrigliato oramai non andava nelle direzioni che sentivo mie. Io ho fatto quello che altri colleghi definirebbero folle o coraggioso, anche se per me, come ogni volta che lo faccio è semplicemente naturale, ho ascoltato me. Così ho preso due anni sabbatici, focalizzato ciò che volevo realmente fare e mi sono lanciato, ho identificato la più antica e importante scuola di oreficeria italiana, “E.G. Ghirardi” di Torino, che insegna competenze tecniche e professionali nel settore ed è riconosciuta come una delle prestigiose scuole italiane con studenti prestigiosi come l’orafo Enrico Cirio. Mi sono applicato, impegnato e ho concretizzato quello che era una grande passione nel mio nuovo essere: un Artista di gioielli di Lusso su commissione.”

N0

Gioielli che passione! Come mai hai scelto di focalizzarti su questo prodotto? “La risposta è ardua. Andrei per punti. Prima di tutto identifico il gioiello come una delle più grandi espressioni artistiche, ricche di simbologia e tradizioni. Basta pensare che i primi gioielli risalgono a c.a. 7000 mila anni fa e questo lo rende molto più che un accessorio prezioso. Un gioiello definisce chi siamo, un messaggio, un’unione, una tradizione e travalica le epoche poiché si trasforma e si adatta al mondo. Transepocale per definizione ed è una parte del processo di trasformazione della madre terra, prezioso quindi per essenza. Proprio per questo le mie creazioni sono uniche e per questo il tramandare e il custodire il tempo per me sono fondamentali. Ti faccio un esempio, ho creato una croce basata su uno stile bizantino, un gioiello non è solo una forma con una pietra. La parte di studio, analisi, storia del costume per realizzare un’opera racchiude in sé, spesso, una grande dose di tempo e dedizione. Inoltre, il gioiello è ciò a cui penso “sempre”. Essendo un esteta e visivo, per mia stessa essenza, converto il tutto in forme e colori sin da piccolo e, conseguentemente, custodire forme, colori e luci è ciò che sono. Non ho scelto di focalizzarmi sul gioiello in quanto prodotto, poichè per me non è un prodotto. Per me è una rappresentazione dell’essenza o del significato del suo custode, ovvero il proprietario.”

Rosarium

Quali materiali usi per la realizzazione dei tuoi prodotti? “Io mi occupo di gioielli nel vero proprio del termine. Quello che viene definito Fine Art Jewellery o Houte Couture. Utilizzo per l’architettura della struttura Oro, nelle sue varianti, o platino. A volte uso anche l’argento, ma solo se voglio un determinato effetto ad esempio con il grezzo e per le gemme uso prevalentemente quelle definite preziose, quali: diamanti, zaffiri, berilli etc. Credo nel valore della qualità e della ricerca, per questo motivo, i diamanti utilizzati nelle mie creazioni sono diamanti certificati GIA (Gemological Institute of America), diamanti certificati IGI (Istituto Gemmologico Italiano) o diamanti certificati HRD. La scelta del materiale dipende anche molto dal suo custode; ho creato opere con l’ambra molto interessanti e ho avuto grazie a questo processo di studio per la sua creazione delle meravigliose ambre blu. Uso quindi materiali preziosi. Per le gemme dipende dall’ispirazione. Sono opere d’arte prendono forma in modi molto differenti. Dal punto di vista operativo io mi occupo della fase di disegno e di sviluppo del modello del gioiello in quando la produzione dei Gioielli è effettuata da aziende leader del mercato nella prototipazione rapida con tecnologie all’avanguardia e rifinite a mano da artigiani selezionati accuratamente, con esperienza secolare già fornitori ufficiali della Real Casa Savoia e di altri importanti casati.”

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Quali sono le principali sfide e difficoltà che un fashion designer come te deve affrontare quotidianamente? “Creando opere d’arte e non essendo un gioielliere o un orafo classico, in realtà le sfide sono spesso contro sé stessi. Ovvero da ciò che si ha in mente o da una forma che si ha in mente, la sua trasposizione nella forma finale. Sono molto esigente e sino a che l’enunciato non rappresenta la mia immagine mentale per me non è finito. Il ricercare l’equilibrio è forse la parte più difficoltosa del tutto mentre materialmente invece è la ricerca della gemma; la natura non fa cose seriali. Per un ciondolo, ad esempio, volevo una rappresentazione simile a un quadro in Style ukiyo-e.”

nature

A quale target di clientela ti rivolgi? “Lavorando per commissione e per ispirazione due tipologie di mercati. Il primo è quello costituito da coloro, da quei “custodi” che vogliono acquistare una delle mie opere che faccio in serie limitata di 30 copie (poi personalizzata sul dito del suo custode). Al momento – tra i gioielli – vi è il N0 ispirato alla dea Hathor e finalista a un concorso europeo di orafi e l’N3. Questo gioiello è nato come opera unica per un caro amico, che posso definire fratello, ma che visto l’attenzione ho deciso di convertire a serie limitata. Il secondo/target progetti custom: opere realizzate su commissione. Per questo non ho un catalogo in quanto le opere commissionate sono uniche il target dei loro custodi è medio alto. Cerco sempre di rispondere alla domanda: “Se potessi sognare mentre sei sveglio?” Reputo che uomini e donne dovrebbero avere la libertà di muoversi nel mondo della veglia come se stessero sognando, così disegno i miei pezzi per far sembrare ogni giorno un sogno. Il potere di essere un capolavoro dell’arte del tuo tempo.”

Progetti per il futuro? “Come sempre tanti, ma il più rilevante è trovare “custodi di gioielli che travalicano il tempo”.  Io credo che tutti noi siamo unici e ci meritiamo qualcosa di esclusivo. Sulla base di questa mia affermazione mi fece molto riflettere una frase di Toscani: “non potete rimanere chiusi nella mediocrità, nella forma, nei sistemi. Tutto ciò che si ferma alla forma, alla composizione, all’estetica, è mediocre. L’unico vero scopo è interessare la condizione umana. Non potete gettare il budget, i media che avete a disposizione, per fare cose irrilevanti.” Ecco, reputo che il vero progetto per il futuro sia creare opere rilevanti.”

Quarzo

Attualmente dove possiamo trovarti e acquistare le tue creazioni? “Non ho un luogo fisico, ovvero una gioielleria o uno showroom… potete trovarmi su Torino o Milano, in un luogo concordato o attraverso Skype. Per acquistare le mie opere e commissionarle si può inviare un email a info@favarinjewels.com o attraverso i contatti del mio sito www.favarinjewels.com. Inoltre, mi trovate su IG o FB a @favarinjewels o su whatsapp +39 347 7573003. In fondo amo la tecnologia…”

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Francesca Rizzi

Consulente Manageriale
& Sustainability Manager

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