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Maniloquio

Valentina Baroni, trentaduenne, è l’anima creativa che si trova alla base di maniloquio, il suo brand.

Lei che vive un paesino delle campagne emiliane, a Fidenza, in provincia di Parma, ha studiato architettura, ma ha sempre maturato una forte attenzione per la moda, infatti, non si occupa solo della sua attività come architetto, ma porta avanti anche, da quasi dieci anni, il suo marchio: maniloquio. Oggi Valentina non è solo un’intraprendente architetto e fashion designer, ma è anche moglie di Marco e mamma di due dolcissimi bimbi, di tre anni e di cinque mesi.

La giovane crede e riconosce l’importanza della natura e dell’etica; questi si pongono come due aspetti nella sua vita fra loro inscindibili che, nel suo piccolo, prova a portare avanti comportamenti ad essi conformi.

Come è nata la tua passione per la moda e per la creatività? Fin da piccola mi sono sempre divertita a creare, riciclare, lavorare artigianalmente i materiali. Crescendo, sono diventata professionalmente un architetto, continuando a coltivare dentro e fuori al mio lavoro la passione per il riciclo, per la lavorazione dei materiali, ho persino arrangiato una piccola falegnameria che mi ha permesso di costruire autonomamente i mobili di casa mia. Questa mia passione ha sfociato involontariamente nell’ambito della moda da quando ho realizzato le prime borse.

Raccontaci l’inizio della tua attività… Ho sempre avuto dei pensieri e delle convinzioni legate all’ambiente e al modello economico del consumismo sfrenato, senza collocarmi all’interno di contesti ideologici. Per questo (allora studiando avevo un po’ più tempo…) ad esempio per Natale, mi piaceva creare per i miei cari cose, creando e riciclando, che per me erano molto più “di valore” rispetto ad un oggetto asettico riprodotto meccanicamente in serie milioni di volte. Poi mi hanno invitato ad un mercatino artigianale, e così ho dovuto dare un nome al mio progetto. Ho iniziato quasi dieci anni fa, e nel corso di questi anni ho potuto lavorare sulla qualità del lavoro, mantenendo sempre questo progetto a livello di “hobby” e “passatempo”.

Come mai hai deciso di focalizzarti sulla realizzazione di accessori? Quella dell’accessorio è una dimensione che era governabile autonomamente nell’intero processo da autodidatta quale ero all’inizio. Mi consentiva di creare oggetti che raccontassero qualcosa. Il tema delle borse poi è stato percorso anche perché è l’oggetto che più mi appassiona nell’abbigliamento. Ora che ho deciso di delegare a un artigiano qualificato il confezionamento delle mie creazioni per raggiungere livelli di qualità molto più alti, confermo la mia scelta degli accessori in pelle perché è il prodotto perfetto per dare compimento al mio desiderio di riciclo degli scarti e dei ritagli di pellame con lo scopo di ridurre la mole di rifiuti speciali da smaltire.

 

Chi sceglie il tuo brand?  Ho una clientela estremamente variegata, ma principalmente femminile, da una parte persone attente all’ambiente che mi scelgono perché i prodotti rappresentano una proposta etica di consumo, dall’altre persone che desiderano un oggetto esteticamente unico, non ripetibile per nessun altro. I clienti che preferisco sono i fidanzati che vogliono fare una regalo originale alle proprie ragazze, sono davvero teneri.

 

Cosa vuoi comunicare tramite le tue creazioni? Il nome del mio progetto, maniloquio, è nato dal voler intrappolare un messaggio creato dalle mani. Dalle mani di qualcuno che col proprio lavoro trasmette i valori del linguaggio del fatto a mano, della qualità, dell’imperfetto. Il tema dell’artigianalità come alternativa alla fast fashion si sposa perfettamente con gli obiettivi ambientali che mi sono posta, ovvero il voler nel mio piccolo vivere nel modo più sostenibile possibile e creare di conseguenza un prodotto che corrispondesse ai miei obiettivi. Il tema del recupero degli scarti di pelle è finalizzato a ridurre la mole dei rifiuti speciali conciari, che comportano per il loro smaltimento un costo ambientale significativo. Tutto questo non può prescindere da un altro aspetto che per il mio progetto è fondamentale, ovvero il rapporto con il cliente. Sto evitando il più possibile di avere un e-commerce, perché non voglio rinunciare al contatto diretto con i miei clienti, il loro nome e cognome, la loro provenienza e le loro aspettative.

Parlaci della scelta dei materiali… Mi piacciono i materiali “veri”, con delle texture vere. La pelle è un materiale stupendo, per il suo carattere, la sua matericità e la qualità temporalmente infinita quasi irraggiungibile dagli altri materiali. E’ però ahimè una filiera quella conciaria che dal punto di vista ambientale ha costi altissimi, senza parlare di un tema di base che è quello dell’animale. La mia scelta di lavorare con gli scarti mi permette di non contribuire all’aumento della produzione conciaria, ma anzi di andarne a ridurre l’impatto ambientale derivante dallo smaltimento dei rifiuti che ne derivano.

 

Quali sono le principali sfide e difficoltà che una fashion designer come te deve affrontare quotidianamente? Maniloquio è per me uno splendido passatempo, per cui non ho obiettivi in termini economici da dover per forza raggiungere. Questo mi permette di vivere tutto come un divertimento e un piacere, senza ansie aggiuntive a tutte quelle della mia professione.. e senza impegni in termini di tempo che con la vita da mamma di due bimbi sarebbero irrealizzabili. Certamente però la sfida più difficile è quella di lavorare con i social, che sono un’opportunità bellissima ma che richiedono un impegno costante e una competenza assolutamente da non sottovalutare…

 

A quale target di clientela ti rivolgi? Mi rivolgo a tutti quelli che sono attenti all’ambiente e conoscono il risvolto delle proprie scelte di consumo e a chi è alla ricerca di un prodotto unico, artigianale, che trasmette emozioni, lontano dalle proposte di omologazione.

 

Progetti per il futuro? In futuro vorrei tanto riuscire ad avvicinare i prodotti di maniloquio alla mia professione, producendo quindi componenti di arredo, sempre lavorando con scarti di produzione, sicuramente in legno e metallo. Contemporaneamente, vorrei aumentare il mio impegno ambientale dando più evidenza a piccole iniziative, che possono convincere a cambiare piccole abitudini e gesti quotidiani. Penso a giornate di raccolta dei rifiuti collettive, organizzate in passato e poi bloccate dal periodo di emergenza che ci ha travolto.

 

Attualmente dove possiamo trovarti e acquistare le tue creazioni? Le mie creazioni sono acquistabili contattandomi tramite la pagina Instagram e Facebook, dal portale Etsy, dal sito www.maniloquio.com, oppure via mail a maniloquio@gmail.com.

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Francesca Rizzi

Consulente Manageriale
& Sustainability Manager

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