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Urike

Giulia racconta il suo progetto di moda sostenibile, Urike.

 

1. Come è nata la tua passione per la moda e per la creatività? Diciamo che la creatività in generale è sempre stata una parte molto presente nella mia famiglia. Mia zia è violinista e mi ha portato a conoscere ed amare la musica. Mia mamma è sempre stata una grande appassionata d’arte e di design di interni, ho sempre vissuto quindi in una casa in continuo mutamento, con tanti quadri, colori ed oggetti particolari.
Poi mia nonna ha sempre cucito e realizzato tutti i miei vestiti fin da piccola e quindi sono sempre stata circondata da mille tessuti diversi.
Tutto questo credo che mi abbia inconsciamente portata verso una direzione creativa della mia vita. Da piccola esternavo questa mia propensione all’arte scrivendo soprattutto poesie. Poi crescendo mi sono avvicinata sempre di più ad un tipo di arte visiva, infatti oltre aver studiato fashion design ho anche fatto corsi d’arte contemporanea e recitazione.

 

2. Raccontaci l’inizio della tua attività…La mia attività Urike nasce ad Agosto 2019, in un periodo molto complicato e particolare della mia vita. Passavo molto tempo a disegnare ed immaginare la mia prima collezione. Avevo voglia di creare qualcosa di semplice, personale e particolare allo stesso tempo. A Settembre poi grazie all’aiuto prezioso di mia nonna ho iniziato a cucire i primi capi. Da quel momento ci sono stati un po di ostacoli (covid compreso), ma finalmente la mia idea di brand e di creare una mio piccolo mondo creativo stava prendendo una forma concreta.
A Maggio 2020 sono riuscita così a lanciare il mio progetto online.

3. Come mai hai deciso di focalizzarti sulla realizzazione di moda sostenibile? La sostenibilità è stata fin da subito una delle mie priorità. Il mondo si sta muovendo in una direzione di consapevolezza e di ricostruzione di un rapporto armonico con la natura. Ho pensato che il mio mondo, il mio brand e quindi tutti i miei prodotti dovessero essere necessariamente etici e sostenibili. Da parte mia c’è sempre stata la voglia di creare qualcosa di cui andare fieri e che potesse essere specchio non solo del mio mondo ma anche di tutto quello che ci circonda.

 

4. Chi  sceglie il tuo brand? Il mio brand viene scelto specialmente da persone che cercano non solo un prodotto da poter mettere qualche volta ma che possano vivere e portare per tanto tempo.
Sono persone che fanno attenzione non solo al lato estetico del capo ma che si interessano anche alla sua storia e al modo in cui viene prodotto.

5. Cosa vuoi comunicare tramite le tue creazioni? Le mie collezioni sono espressione del mio mondo interiore, vogliono quindi comunicare una mia visione personale delle cose. I punti di partenza delle mie creazioni sono i più diversi e sono in linea con i miei interessi del momento.
Ad esempio, con la prima collezione, dove mi sono occupata della rivisitazione della classica white t-shirt, volevo soprattutto comunicare l’importanza di vedere la bellezza nelle cose semplici e di saper apprezzare e valorizzare quindi anche quelle piccole cose che a volte diamo per scontate, come appunto il capo più basico di tutti: la t-shirt.

6. Parlaci della scelta dei materiali…La scelta dei materiali è sempre in continuo aggiornamento e mutamento a seconda delle nuove informazioni che acquisisco sul mondo dei tessuti.
La mia prima collezione è stata realizzata con pezze di tessuto di stock, ovvero con avanzi/rimanenze di altre produzioni, in maniera tale da non dover avviare una produzione di tessuto specifica per Urike.
Poi in realtà ho integrato anche altri tessuti che fossero interamente naturali oppure con certificazioni (OEKO tex e GOTS), prodotti quindi tenendo sempre in conto il loro impatto sociale ed ambientale.
Continuo comunque a studiare e a cercare sempre nuovi tessuti e materiali che possano essere sempre più in linea con un concetto di sostenibilità.

 

7. Quali sono le principali sfide e difficoltà che una fashion designer come te deve affrontare quotidianamente? Le sfide sono sempre tante ma rendono anche il lavoro del fashion designer in continuo mutamento e così interessante.
I problemi di tutti i giorni possono essere legati sia alla parte creativa che alla parte più operativa del lavoro.
Ad esempio, ci vuole sempre molta pazienza e molto lavoro prima di riuscire a vedere realizzato un prototipo che rappresenti esattamente l’idea che il designer si era figurato in testa del capo.
Oppure, la difficoltà nel riuscire a occuparsi di tutte le operazioni legate al brand come marketing/spedizioni/gestione clienti.

 

8. A quale target di clientela ti rivolgi? Mi rivolgo a tutte quelle ragazze o donne che amano comprare un capo che sia curato, particolare e sostenibile.
Tutte quelle persone che in generale amano informarsi e che attuano scelte ragionate e consapevoli. Il mio target non ha un’età precisa (visto che comprano Urike sia ragazze di 20 anni come donne di 50), ma tutte ricercano qualcosa che sia diverso da quello che propongono ad esempio i marchi fast fashion o le grandi case di moda. Cercano l’unicità del capo e la cura ai dettagli.

9. Progetti per il futuro? Ci sono due progetti a breve termine per Urike, l’inserimento in un marketplace di prodotti sostenibili per ampliare il proprio target nella nicchia di consumatori consapevoli. Il secondo progetto è legato ad una collaborazione con un’altra piccola realtà vintage online, per creare dei capi upcycled e per aprire un temporary shop fisico a Dicembre 2021 a Parma.
Per quanto riguarda invece i progetti più a lungo termine, si guarda alla possibilità di aprire negozi monomarca Urike in diversi punti strategici in Italia come Milano e Roma. Ampliare l’offerta prodotti, introducendo quindi vestiti ed altre tipologie di capi e gioielli.

 

10. Attualmente dove possiamo trovarti e acquistare le tue creazioni? Per il momento potete trovarmi sul mio sito (urike.it) oppure sul marketplace di prodotti sostenibili Whataeco!

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Francesca Rizzi

Consulente Manageriale
& Sustainability Manager

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